La campagna di Roseto Capo Spulico è varia e suggestiva. C’è la parte pianeggiante, quella morbida ed ondulata e quella scoscesa. Nel bel mezzo della campagna coltivata, si erge e sovrasta il tutto, a simboleggiare l’estrosità e la libertà della natura, un bell’esemplare di macchia mediterranea: il “Timponillo”, così lo chiamiamo noi. Leopardi, “il suo” lo chiamò “Ermo Colle” e divenne famoso.
Dal timponillo si snoda un panorama e un paesaggio quasi “infinito”. Si può vedere il borgo, il fiume ferro o “iumara” (fiumara), tutta la campagna circostante, anche quella dei paesi limitrofi, poi si vede il mare dove si congiunge con il cielo, e… “il naufragar è dolce in questo mare”. Sul timponillo c’era anche un’aia dove per l’esposizione favorevole a tutti i venti, si effettuavano lavori di molitura, di frumenti e leguminose. Della flora del timponillo si riconosceva solo qualche olivo spontaneo, un mandorlo, il rosmarino che cresce folto con i suoi fiori azzurro-viola e ti riconduce al mare, cresce anche il timido timo e la salvia selvatica.
Tra Gennaio/Febbraio anche il mandorlo ci regala i suoi fiori per ricordarci che la primavera è alle porte. Di lì a poco la campagna rosetana diventa un tripudio di colori: dal rosso dei papaveri, al giallo delle margherite. Colori che illuminano gli occhi e rasserenano il cuore e ti fanno sperare, anche se non hai più vent’anni.
Il paesaggio che affaccia sul mare Roseto Capo Spulico
Il paesaggio che affaccia sul mare Roseto Capo Spulico
Il paesaggio che affaccia sul mare Roseto Capo Spulico
Il paesaggio che affaccia sul mare Roseto Capo Spulico