La rivestirai di luce
01/04/2019
A Roseto, dietro l’angolo, c’è sempre luce.
La rivestirai di luce, la senti sul collo, che scalda a Dicembre come a Luglio, sotto la pioggia o in un giorno di tramontana.
A Roseto la pioggia scende e si asciuga sempre col sole.
E’ lui che custodisce con cura i colori paglierini del borgo, perché di colori non ne abbiamo molti, solo tre, quelli giusti.
Giallo, verde, blu.
I necessari affinché la luce li sezioni in mille altri.
Non mi accorgo mai di quanti anni abbiano le pietre su cui mi appoggio, le mura, e le case in cui entro. Non me ne accorgo mai, poi ad un tratto mi fermo e mi guardo un po’ intorno.
Nulla è invecchiato e ritorno a respirare.
Mi salvo.
Salvarmi dal tempo che divora e non lascia scampo, tranne che a Roseto. Probabilmente perché le vuole bene.
Anche i solchi sui volti di anziane signore sedute sull’uscio delle loro case, chi addormentatasi sotto un caldo raggio di sole, chi si racconta storie di sudori ormai passati, sembrano esserci sempre stati.
Immutati, eterni.
E mentre la nuca si scalda, il vento freddo della collina, lungo i corridoi interni del borgo, ti sveglia, e inizi a notare quanto è bello un paese silenzioso che accoglie e osserva tra mura così spesse, dalle case incastonate le une con le altre, così piccine, ognuna coi suoi particolari, con vasi pieni di fiori sul balcone, sulle scale, col bucato steso lungo le strade, su fili che iniziano alla finestra di una casa e terminano su quella della casa di fronte.
La sera si sente il sapore di un cibo eterno, e allora le rape del giardino sotto casa sanno di rape e le uova fresche raccolte “con le nostre mani” sanno di una vita sognata e immaginata per noi e per i nostri figli in cui non possiamo più sperare.
Roseto racconta e vive senza tempo, senza conservanti, senza bugie e i ragazzi per strada indossano ancora le guance calde e rosse di chi ha lavorato troppo all’aria aperta, o di chi ha riso troppo con un bicchiere di birra e troppi amici.
“a casa tanto si torna a piedi, è dietro l’angolo”.
Ecco Roseto, è sempre dietro l’angolo, pieno della malinconia di quelle cose che non cambiano mai, che ogni volta che ci torni vedi le tue mani più sensibili al vento e al caldo, le gambe arrugginite e un paese che ti ha aspettato intatto. E come lui rende intatto anche te.
“La rivestirai d’oro puro”
Molti anni fa si pensava che per rendere immortale ci fosse bisogno di rivestire d’oro ogni cosa, perché il tempo non la sfiorasse.
Ma Roseto non ha mai avuto bisogno di oro.
Siria Giampietro