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    Il Castrum Petrae Roseti

  • Venendo dalla Puglia, si supera il tratto lucano lungo la SS. 106 jonica e si entra in Calabria dove all’improvviso compare su un roccione calcareo a picco sulla spiaggia il Castrum Petrae Roseti, uno dei castelli più scenografici del Mediterraneo. Così lo definì l’architetto Paolo Portoghesi, allora Presidente della Biennale di Venezia, in occasione di una sua visita al maniero:” La roccia sta alle mura come la terra al cielo. Sembra opera di Dio, non dell’uomo”.
     
    Sorto sulla roccia in sostituzione di un primo luogo di culto cristiano, eretto su di un tempio pagano dedicato a Venere dal monaco basiliano Vitale Da Castronuovo, poi San Vitale, il maniero fu castello templare fino a quando Federico II, venuto in dissidio col loro ordine, lo requisì.
     
    Che questo castello fosse stato da sempre un luogo religioso si deduce anche dai segni lapidei sulle sue pietre, che richiamano al concetto federiciano secondo il quale le tre religioni monoteiste, la cristiana, la musulmana e l’ebraica potessero ritenersi compatibili. Tra i segni lapidei rinvenuti giovi ricordare un grifone, una rosa a sei petali dentro una p greca (rosa venerina) sul portale dell’ingresso principale, fiori di giglio che scendono ai lati della rosa, nonché un omphalos, sfera di pietra impastata con sopra incisi un Agnus Dei ed altri segni della Passione di Cristo.
     
     
    Per alcuni studiosi anche il telo della Sacra Sindone, interpretati i segni esoterici rinvenuti, potrebbe essere stato custodito nel mastio del castello, nell’intercapedine dove è stato rinvenuto l’omphalos. Sarà avvenuto proprio durante il periodo federiciano, quando dalla storiografia nessuno risulta abbia mai rivelato dove il telo fosse rimasto nascosto. Il convincimento viene anche dalla considerazione che Federico II fosse comunque in possesso di molte di quelle reliquie; risulta che ne facesse dono in determinate occorrenze. Una per tutte, quando in occasione dell’inaugurazione del Duomo di Cosenza (1222) regalò la Stauroteca, col supporto di un pezzo del legno della vera croce di Cristo, all’allora Vescovo della città bruzia, Monsignor Campana.
     
    Ma c’è altro ancora su cui meditare, se è vero come è vero che le terre confinanti col maniero rosetano sulle mappe catastali risultino riportate con nomi che richiamano ai misteri del Tempio di Gerusalemme: a nord il Comune di Montegiordano, a sud il Piano d’Orlando (Orlando ed i Cavalieri della Tavola Rotonda e la loro storia col Sacro Graal), a est l’acqua del mare (ad est del Tempio scorre il fiume Giordano), ad ovest il Piano di Salomone (il re fondatore del primo Tempio di Gerusalemme).
     
    Oggi il Castrum Petrae Roseti è di proprietà privata. La famiglia Cosentino che ne è divenuta proprietaria lo ha restaurato. E’ divenuto sede di un noto ristorante tipico, di spazi per ricevimenti, seminari e mostre e di un suggestivo anfiteatro ricavato nell’antica corte. Notizie piuttosto discordanti ricorrono sulla data effettiva di edificazione da parte di Federico II, che lo avrebbe riadattato ed ampliato. Tuttavia, la data più accreditabile è tra il 1235 ed il 1245.
     
     
    E’ importante ricordare che, anche dopo la morte dello Stupor Mundi, avvenuta nel 1250, il castello ha mantenuto la sua importanza; infatti, da un documento del Lizzano ( Roseto nella storia- Kompos Ed., Mt,1989, pag 78) risulta nel 1269 relazionato che il castello rosetano veniva rafforzato di guarnigione, sia di scrutifer che di inservientes, mentre per altri castelli di Calabria si provvedeva ad una drastica riduzione . Il Castrum Petrae Roseti era così secondo solo a quello di Crotone.
     
    Nell’ambito del Progetto pluriennale “ Conosci te stesso- Le pietre devono parlare”, ogni anno, di solito dopo ferragosto, l’Amministrazione Comunale rosetana organizza la kermesse d’arte e cultura “Serenate a Federico II”. Tale manifestazione, che segue di qualche giorno quella che si tiene nel Centro Storico col Corteo Federiciano gestito da Orizzonti Rosetani, è partita nel 2006 con il titolo “Dai Greci a Federico II”. E’ giunta (2018) alla tredicesima edizione e risulta tra le manifestazioni  storicizzate dalla Regione Calabria.
     
     
                                                                                                     Franco Federico, Rosario